Presso l'Archivio di Stato di Rieti si possono condurre ricerche storiche sull'età cosiddetta dell'antico regime quasi esclusivamente in relazione ai territori inclusi fino al 1860 nello Stato della Chiesa. Per questa vasta area, che abbraccia sia il Reatino sia la Sabina propriamente detta, i fondi ai quali attingere sono numerosi e spesso ricchissimi.
Innanzitutto, esistono grandi agglomerati documentari, per così dire, transepocali ai quali si può efficacemente ricorrere, in base all'oggetto e alla finalità dell'indagine, per studi sui secoli medievali e moderni. Il primo è quello degli archivi comunali, con quello storico del comune di Rieti in testa che ha tramandato documentazione a partire dal sec. XIII. A questo si aggiungono quello degli archivi notarili, che abbracciano, a seconda delle località, tutti i secoli a far data dal XIV; quello dei catasti, che comprende un cospicuo nucleo di catasti pontifici; e ovviamente quelli delle corporazioni religiose, degli archivi privati e delle raccolte e collezioni.
L'altra galassia documentaria imprescindibile per avvicinare i secoli precedenti il periodo francese e la Restaurazione è quella dei fondi prodotti dai governatori pontifici. Anche in questo caso un complesso archivistico di primaria importanza è quello del Governo di Rieti, con la sua ricca serie di atti civili e criminali dal 1500 al 1803 che si integra con i protocolli di atti civili e criminali del governatore pervenuti all'Archivio di Stato di Rieti con l'archivio della Pretura di Rieti. Disponiamo poi delle carte dei Governi di Longone di San Salvatore Maggiore e Roccasinibalda, di Magliano Sabina, di Fara in Sabina e di Poggio Mirteto, all'interno del quale sono rintracciabili anche gli atti civili e criminali di Farfa. Accanto a questi fondi meglio definiti abbiamo un grosso complesso di atti civili e criminali, dal 1521 al 1816, nel quale sono compresi atti di governatori e di curie baronali relativi a varie località sabine: Canemorto (Orvinio), Castelvecchio (Castel di Tora), Configni, Labro, Montenero (Montenero Sabino), Montopoli (Montopoli in Sabina), Poggio Catino, Poggio Nativo, Roccasinibalda, Stimigliano, Toffia, Torri (Torri in Sabina). Completa il quadro il fondo della Curia del podestà di Magliano Sabina, con atti civili, criminali e danno dato dal 1422 al 1600.
A integrazione del patrimonio in consegna all'Archivio di Stato di Rieti, lo studioso interessato allo studio dei secoli medievali e moderni dovrebbe tuttavia volgersi anche ai fondi preservati da altri istituti di conservazione: in primo luogo agli Archivi storici diocesani di Poggio Mirteto, di Magliano Sabina e di Rieti, con quest'ultimo, in particolare, che grazie agli enormi fondi dell'archivio capitolare (all'interno del quale si trova, per esempio, un cospicuo corpus di pergamente spettanti al comune di Rieti) e dell'archivio vescovile copre la storia locale a partire dai secoli altomedievali; quindi ai molti comuni che conservano tuttora in loco i loro archivi, con documentazione spesso anche molto risalente; quindi agli Archivi di Stato dell'Aquila e di Napoli per la parte ex regnicola dell'attuale provincia di Rieti.